Il succo di frutta non è il massimo della salute
Ci sono ottimi motivi per limitare (e di parecchio) l’uso dei succhi di frutta. Compresi quelli “senza zuccheri aggiunti”.
1) con il succo perdi quasi del tutto la “FIBRA”.
Nel frutto è presente preziosa fibra solubile, sia nella buccia che nella polpa.
✅ La fibra aiuta il corretto transito intestinale (meno fermentazione e meno gonfiore, quindi!)
✅ contribuisce al benessere del microbiota (con miglior assorbimento dei nutrienti e corretta difesa immunitaria)
✅tiene pulito il tratto favorendo la prevenzione tumorale (specie quella del colon-retto) e rallentando la salita glicemica (con beneficio sul metabolismo degli zuccheri e sul dimagrimento).
Nel succo purtroppo la fibra si perde quasi completamente. Anche la semplice spremuta ci impedisce di mangiate quelle preziose pellicine che circondano gli spicchi.
Basterebbe questo semplice motivo, già da solo, per preferire la frutta (o i frullati) al succo.
2) Il succo è pieno di ZUCCHERI, anche quello “non addizionato”
In questo liquido (che ha perso la fibra), anche se non ci sono “zuccheri aggiunti”, rimangono però concentrati quelli presenti nella frutta di partenza.
Gli zuccheri sono dovuti in parte anche all’utilizzo in partenza di succhi concentrati che vengono poi riaddizionati di liquidi, ed all’aggiunta di succo di mela o di uva per addolcire ulteriormente il prodotto finale.
Non parliamo poi di quelli “normali”, cioè con zucchero aggiunto: la legge obbliga a dichiararlo (ma spesso le persone non leggono la lista degli ingredienti!) ed ammette fino a 100 g di zucchero aggiunto per litro di prodotto. Valori maggiori, fino a 200g, sono ammessi per quelli ottenuti da ribes, mirtilli o altri frutti aciduli (di solito quelli di bosco).
Quindi, scegliere i succhi rossi, pensando di far bene, con un cibo sano ricco di polifenoli, è una pia illusione, che ci ritorna contro come un boomerang. (VEDI FOTO)
Attenzione anche al cosiddetto “nettare di frutta” (o “succo e polpa”): la dicitura indica un prodotto che di solito ha più fibra perché mantiene in parte la polpa del frutto originario. Ma la percentuale di frutta può scendere anche fino al 50%, ed il resto è costituito da acqua e zucchero! (VEDI FOTO)
3) Il succo è pastorizzato
Il trattamento termico permette il consumo anche a distanza di un anno, a fronte di una conservazione naturale che sarebbe al massimo di un paio di giorni, e ne rende quindi possibile la commercializzazione.
Purtroppo la pastorizzazione abbatte quasi completamente la presenza di alcune VITAMINE sensibili al rialzo termico, come la vitamina C e la vitamina B. Ne risente anche il contenuto in enzimi e batteri naturali tipici della frutta e che sono molto utili per la varietà e ricchezza della flora intestinale.
Insomma, tre buoni motivi per preferire di gran lunga il consumo di frutta fresca, sia a casa che fuori.
Ecco le etichette nutrizionali di due tra i prodotti più diffusi, tipo “succo” e tipo “nettare”
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