L’esercito degli shottini sta reclutando: salviamo donne e bambini dall’alcol!
Non so voi. Ma io sono disgustata e preoccupata dallo spettacolo di giovani ed adolescenti ad alto tasso alcolemico.
Sono andata a ristudiarmi cosa prevedono le “linee guida” sull’argomento.
Personalmente credo che siano fin troppo fiacche nel trattare un problema che manda segnali preoccupanti dalle spiagge, dai titoli di giornali su atti violenti e disgrazie, dalla cronaca delle serate modaiole.
E’ un’epidemia che possiamo provare ad arginare con la conoscenza e la corretta comunicazione, spero più potenti e persuasive del solo pugno di ferro (che spesso fa scattare la mobilitazione giovanile e peggiora la frattura generazionale).
Guardiamo quindi qualche elemento utile a capire l’effetto biologico.
COSA SIGNIFICA BERE
Bere un alcolico significa introdurre acqua, alcol etilico (o etanolo) ed un piccolissimo mix di altre sostanze naturali o aggiunte (composti aromatici, coloranti, qualche scheggia di antiossidanti e vitamine).
Il “motore” della bevanda, è quindi l’etanolo, sostanza estranea al nostro organismo. Non è un “nutriente”, ma viene addirittura interpretata come “tossica” dal nostro corpo.
L’ETANOLO ED IL MODERATO CONSUMO
Per capirne meglio la portata, si è cercato di individuare una misura di “NON-DANNO” (almeno non danni evidenti), cioè il “consumo moderato”. La misurazione in U.A., Unità Alcoliche, ha fornito una scala di valutazione.
Una Unità Alcolica (U.A.) corrisponde a circa 12 grammi di etanolo; una tale quantità è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico.
L’equivalente calorico di un grammo di alcol è pari a 7 kcal.
Le U.A. corrispondenti a varie misure di differenti bevande alcoliche sono riportate in Tabella 1.
Il consumo moderato si rispetta quando
- Un uomo non supera le 2-3 U.A. al giorno
- Una donna rimane entro le 1-2
- Una persona in età avanzata ne assume al massimo 1
Naturalmente parliamo sempre di un adulto in buona salute, senza problemi particolari, deficit, o patologie. E questo è già un primo fattore critico.
LA STRADA DELL’ETANOLO
Ma vediamo come il tenebroso etanolo entra nel nostro corpo: l‘assorbimento inizia già nella bocca, continua a livello gastrico e si completa poi nel tratto intestinale.
Questi 3 punti di ingresso determinano una notevole differenza nel grado di assorbimento e quindi di pericolosità.
Ad esempio, l’assunzione della bevanda alcolica all’interno di un pasto, ne rallenta l’ingresso e quindi ne attenua gli effetti negativi.
Cosa che non succede con l’assunzione a stomaco vuoto: massimo assorbimento, massimo impatto.
Anche la presenza di anidride carbonica (spumanti, mix con bevande gasate in cocktail o aperitivi) accelera l’assorbimento dell’etanolo e quindi ne aggrava gli effetti.
Pur non essendo un nutriente, l’etanolo apporta una cospicua quantità di calorie che si sommano a quelle apportate dagli alimenti e possono quindi contribuire a farci ingrassare.
Dall’apparato di assimilazione, l’etanolo entra nel torrente sanguigno e raggiunge tutti i distretti e tutti i liquidi corporei. Anche questa distribuzione attiva dei meccanismi diversi di tolleranza da individuo ad individuo: concorrono differenze razziali, le dimensioni fisiche, la capacità epatica di smaltimento, l’età, il sesso, le condizioni di assunzione, le dinamiche metaboliche.
Quindi il concetto di NON-DANNO diventa una variabile sempre più sfuggente. E riguardo a questo conviene essere più prudenti che ottimisti.
Cosa succede a quell’etanolo? La nostra fisiologia non ne ha previsto zone di deposito, quindi prende la via della metabolizzazione. Enzimi specifici lo prendono in carico già in parte a livello gastrico, evitando che entri in circolo. Ma il resto viene metabolizzato a livello epatico, dopo il suo ingresso in circolo e quindi senza la possibilità di eliminarne gli effetti.
Tali effetti sono aggravati da “quantità” (più si beve e più c’è etanolo) e “modalità di assunzione” (stomaco vuoto, ad esempio).
Ma il nostro preziosissimo fegato (per gli egiziani era la vera sede della vita, altro che il cuore!) non è onnipotente: la capacità di trasformazione dell’etanolo da parte degli enzimi epatici è limitata al massimo a 0,5 U.A. per ogni ora. Si tratta di un valore medio, dipendente dal totale dei liquidi corporei (maggiore volume, maggiore diluizione), dalle dimensioni del fegato, dalla capacità soggettiva. In alcuni individui e nelle donne, ad esempio, questa capacità è ulteriormente ridotta. Quindi sono più vulnerabili agli effetti negativi dell’etanolo e, a parità di consumo, presentano un’alcolemia più elevata.
Figuriamoci negli adolescenti e nei giovani adulti!!!
LA MISURAZIONE CON IL TEST DEL PALLONCINO
C’è anche una piccolissima frazione di etanolo (meno del 10%) che viene espulsa tramite il respiro, il sudore e l’urina, dando al bevitore quella spiacevole aura di cattivo odore e sudore rancido.
Questa via di eliminazione è il canale su cui si basa la misurazione del tasso alcolemico, tramite il “test del palloncino”.
La concentrazione dell’etanolo nel sangue dipende da vari fattori: dalla quota ingerita, dalle modalità di assunzione (a digiuno o a pasto), dalla composizione corporea, dal peso, dal sesso, da fattori genetici, dalla quantità di acqua corporea, dalla capacità individuale di metabolizzare l’alcol, dall’abitudine all’alcol.
Quindi non è comunque possibile prevedere in maniera esatta quanto alcol è presente nel sangue sulla base di quanto ne abbiamo ingerito. Meglio collegare il cervello e minimizzare/eliminare i rischi.
I BENEFICI DEL BERE, TRA LEGGENDE E REALTA’
È bello e giusto ricordare che numerose ricerche hanno evidenziato come un uso moderato consumo di bevande a bassa gradazione alcolica (vino e birra) sia correlato ad una migliore aspettativa di vita e specialmente ad una minore incidenza di alcune malattie croniche, addirittura rispetto a chi non beve.
Il beneficio più marcato è sulla cardiopatia ischemica, con un ruolo “protettivo” in particolare riconosciuto ad una moderata assunzione di vino, soprattutto quello rosso. Le ipotesi mettono in relazione i benefici con le sostanze polifenoliche e antiossidanti. Minor presenza, e minor benefici, dall’uso della birra. E tali preziose sostanze sono praticamente inesistenti nei superalcolici!
Secondo altri studi, invece, il ruolo principale nella protezione dalle malattie cardiovascolari sarebbe da attribuire all’alcol stesso. Forse per gli effetti a livello di “ginnastica” sui vasi, che contribuisce a renderli tonici ed attivi.
Ad ogni modo, l’assunzione di “quantità moderate a pasto”, permette di godere dei benefici protettivi e degli effetti degli antiossidanti durante una digestione completa, lunga ed articolata, con assorbimento graduale, quadro che va a modulare i picchi glicemici (in assenza di eccessi alimentari, ovviamente).
LE LINEE GUIDA: I NORMALI E LE CATEGORIE SPECIALI
Vediamo quindi una possibile traccia per un’assunzione moderata ed intelligente.
La premessa fondante è che ci si rivolga ad
- un individuo in buona salute
- pienamente e completamente sviluppato a livello fisico, metabolico e mentale
- mentalmente sano e con buon equilibrio personale e sociale
Qualunque assunzione di farmaci può impattare in modo pesante sull’assorbimento di alcol, amplificandone in modo incontrollato gli effetti. A sua volta, l’assunzione di alcol può interferire in modo imprevedibile sulla metabolizzazione di farmaci, annullandoli o, al contrario, ingigantendone il potere.
Note specifiche a parte sono previste per alcune categorie particolarmente delicate.
RAGAZZI/ADOLESCENTI: ad ognuno di noi capita di vedere scene dolorose, come ragazzini ubriachi, bande di fanciulle fuori di testa. A me è capitato di essere in ospedale per un parente caro, e vedere arrivare un gruppo di sedicenni tremanti che accompagnavano una coetanea in coma etilico. Tutti stretti intorno alla barella.
Si stringe il cuore. Ma ti sale anche la rabbia.
Perché vedi che il fenomeno social agisce da tam-tam, propagando epidemie di alcolismo. Qui le linee guida sono categoriche: nell’infanzia e nell’adolescenza occorre evitare del tutto l’uso di bevande alcoliche, sia per una non perfetta capacità di trasformare l’alcol, sia per il fatto che più precoce è il primo contatto con l’alcol, maggiore è il rischio di abuso.
Inoltre, i ragazzi possono sottovalutare i rischi connessi all’assunzione di farmaci, in particolare quelli che correggono anomalie glicemiche (problematiche insuliniche, diabete, ecc.), antibiotici ed anticoncezionali.
E’ uno degli aspetti più nascosti tra le problematiche legate all’epidemia “da shottino”, ma ha una rilevanza di primo piano per i nostri ragazzi.
PERSONE ANZIANE: con l’età, l’efficienza dei sistemi di metabolizzazione dell’etanolo diminuisce in maniera rilevante. Inoltre il contenuto totale di acqua corporea è più basso, con conseguente maggiore concentrazione. E’ perciò consigliabile limitare il consumo di alcolici ad 1 U.A. al giorno.
ALCOLISTI IN TRATTAMENTO ED EX ALCOLISTI : è prevista l’assoluta astensione dal consumo di qualsiasi bevanda alcolica.
Ma c’è una categoria su cui ho trovato le linee guida decisamente troppo morbide.
Parlo di DONNE IN GRAVIDANZA/ALLATTAMENTO, che a volte sottovalutano l’effetto di “moderate quantità”. Le indicazioni prima parlano per le neomamme e future mamme di astensione completa, poi “contrattano”, consigliando almeno di controllare drasticamente le dosi (1 U.A. una volta o al massimo due volte la settimana). La mia opinione è che in queste delicate situazioni, la posta in gioco sia così preziosa da farci superare le nostre personali debolezze. E questo “concedere” una o due volte alla settimana, apre la strada ad un’idea di “non-danno” a cui facilmente ci si abitua. E qui sta il pericolo.
L’alcol infatti si distribuisce in tutti i fluidi e le secrezioni e quindi arriva al feto, attraversando la barriera placentare, e al bambino, tramite il latte, rischiando di provocare seri danni.
Occorre Tolleranza zero per l’alcol in gravidanza ed allattamento. Come già accettato (almeno in massima parte) per il fumo.
Ogni mamma avrà modo, più avanti di ritornare al proprio “uso moderato” di vino rosso. C’è tempo.
DECALOGO DEL “BERE SICURO”
- Bevande moderatamente alcoliche (buon vino o birra), privilegiando la qualità di vino e birra
- Bere a pasto, per modulrare l’assorbimento
- Quantità controllata: attenzione che il limite indicato nella giornata (2-3 U.A. al giorno, pari a circa 2-3 bicchieri di vino per l’uomo e di 1-2 U.A. per la donna), deve essere inteso come limite massimo oltre il quale gli effetti negativi cominciano a prevalere su quelli positivi. Tale limite si riferisce alla “somma” di tutte le ingestione di bevande alcoliche nel corso della giornata (birra, aperitivi, digestivi e superalcolici nelle varie forme
- Non superare le capacità del fegato di metabolizzare l’alcol. Tali capacità, in un uomo di 70 chilogrammi di peso, non superano i 6 grammi l’ora: per smaltire l’alcol contenuto in 1 bicchiere di vino (12 grammi di alcol) sono necessarie circa 2 ore. Bere con moderazione implica quindi anche evitare di bere in maniera troppo ravvicinata, così da permettere al nostro organismo di smaltire meglio l’etanolo.
- Bollino rosso (o nero) per le bevande alcoliche ad alta gradazione (grappa, whisky, vodka, ecc.)
- Attenzione all’accumulo specifico nel fine settimana
- Bollino rosso (o nero) per le situazioni di sovrappeso, obesità, familiarità per diabete, ipertrigliceridemia, ecc.
- Bollino nero (astensione totale) per chi si mette alla guida, o svolge mansioni/lavori/hobby che richiedono completata lucidità, concentrazione e riflessi in ordine
- Estrema attenzione deve essere posta al problema delle interazioni tra alcol e farmaci. Chi segue una qualsiasi terapia farmacologia deve consigliarsi con il proprio medico curante sull’opportunità di bere alcolici. Identica attenzione deve essere rivolta anche ai comuni farmaci da banco, per molti dei quali è da suggerire l’astensione dal consumo concomitante di alcolici.
- Nero totale per la categorie indicate: ragazzi, donne in gravidanza/allattamento, alcolisti, portatori di patologie (epatiche, ecc.).
ALCOL E FARMACI
Questo aspetto merita di essere ripreso ed approfondito.
Tutto quello che viene detto sul “bere intelligente” riporta (o dovrebbe riportare sempre) la nota “in assenza di patologie”.
Le pesanti interferenze fra l’alcol e svariati farmaci (Tabella 4) possono provocare reazioni indesiderate, a volte anche gravissime, nonché riduzione o potenziamento degli effetti dei farmaci assunti. Molti farmaci, per esempio, vengono metabolizzati nel fegato per azione degli stessi enzimi che metabolizzano l’alcol; l’assunzione di alcolici insieme a questi farmaci, quindi, comporta un rallentamento dello smaltimento sia dell’alcol che del farmaco, con conseguenti, pericolosissimi, fenomeni di sovradosaggio. Succede ad esempio con sedativi, ipnotici o antidepressivi. Al contrario, l’efficacia di anticoncezionali orali, anticoagulanti o antibiotici ne risulta diminuita.
In tabella un quadro riassuntivo.
Meglio non toccare quindi questi delicati equilibri. Ed iniziare subito a parlare con i nostri ragazzi, dati alla mano. Non con divieti poco chiari, ma con la forza dei fatti, con la conoscenza delle dinamiche metaboliche a cui, volenti o nolenti, dobbiamo la nostra sopravvivenza.