Più sani e più vivi: basta avere uno scopo nella vita (specie dopo i 50)
Avere uno scopo nella vita, ci rende più sani e longevi?
La scienza ha voluto “misurare” in un certo qual modo la nostra proiezione in programmi ed obiettivi, specie dai 50 anni in avanti. Ed ha scoperto (la cosa non ci stupisce!) che avere uno scopo nella vita contrasta in modo attivo varie problematiche di salute.
Lo studio in questione, pubblicato a maggio 2019 su Jama Network (1) ha messo sotto la lente 7000 persone tra i 50 ed i 60 anni, li ha valutati secondo la Ryff and Keyes Scales of Psychological Well-being evaluation (2) ed ha poi elaborato delle categorie, in base a parametri di interesse:
- fiducia in se stessi
- capacità di interagire ed evolversi con l’ambiente
- capacità di resistere alle pressioni sociali
- abilità nello stabilire relazioni significative
- programmare e perseguire progetti di vita stimolanti.
Il significato della salute, oggi
Il tema è delicato: la ricerca scientifica, anche di fronte all’allungamento dell’aspettativa di vita, è interessata a capire come difendere il concetto di “salute” che, anche secondo la definizione dell’OMS, non è semplicemente l’assenza di malattia, ma include dimensioni di benessere mentale e sociale.
Ecco, quindi il senso di ricerche che tendano a correlare aspetti mentali (e nello specifico la presenza di uno scopo nella vita) e la mortalità per qualsiasi causa.
Cercando di dare una definizione, per scopo della vita (life purpose) si è inteso una auto-organizzazione della vita che stimola la generazione di obiettivi, promuove comportamenti sani e dà senso all’esistenza.
I risultati
Questo studio è dunque iniziato nel 2006 e nel 2019 è stato pubblicato con dei risultati decisamente chiari, evidenziando un legame tra mortalità e scopo nella vita: chi ha un approccio positivo e propositivo per il futuro a breve e medio tempo, ha una migliore aspettativa di vita, con minor impatto delle patologie.
La correlazione statisticamente più significativa è risultata con le patologie cardio-circolatorie e quelle dell’apparato digerente.
Qual è la motivazione?
Avere un quadro positivo e proposito, con obiettivi da raggiungere, spinge a comportamenti sani e ad un maggior livello di attività e cura di se stessi, inducendo un migliore stato di salute, con benefici sulla qualità del sonno, riduzione di l’incidenza di ictus, depressione e diabete.
Al contrario, persone che non hanno uno scopo possono sentirsi senza speranza e mancare di motivazione per vivere una vita attiva e sana.
Quindi, aggiungiamo qualità agli anni della nostra vita, trovando degli obiettivi da raggiungere, investendo nella nostra crescita, culturale, fisica, sociale.
Combatteremo direttamente e piacevolmente l’insorgenza delle maggiori patologie, usando un “farmaco” oltremodo piacevole e positivo.
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(1) https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2734064
(2) Ryff and Keyes Scales of Psychological Well-being evaluation:
https://centerofinquiry.org/wp-content/uploads/2018/04/Ryff_Scales.pdf
Interessante la validazione italiana delle Psychological Well-being Scales (PWB)
http://www.rivistadipsichiatria.it/allegati/00173_2003_03/fulltext/117-130.pdf