Il forno a microonde aumenta il rischio di cancro?

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E’ una domanda lecita. E molto attuale.
Quando si parla di salute, non si scherza sulle scelte individuali ed anche sui dispositivi di cui si serviamo ogni giorno.

Ad oggi, la risposta è NO: non abbiamo dimostrazioni sulla pericolosità del forno a microonde in relazione all’aumentato rischio di cancro. Né, tantomeno, alla minor qualità nutritiva del cibo cotto o riscaldato con questo elettrodomestico.

CONOSCIAMOLO MEGLIO

Nel forno a microonde il cibo viene irraggiato con radiazioni elettromagnetiche a bassa quantità di energia. Pur non raggiungendo un livello tale da produrre “calore” (come avviene invece nei forni tradizionali), queste radiazioni provocano una “oscillazione delle molecole“: tale vibrazione crea un attrito intermolecolare che genera calore e riscalda la vivanda. Da questo derivano subito 3 punti interessanti:

  1. Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo: solo le radiazioni ad alta energia (*) hanno potere ionizzante, cioè sono in grado di modificare la struttura subatomica della materia e quindi di indurre alterazioni del DNA che possono aumentare il rischio di cancro.
  2. Mentre nei forni tradizionali il calore raggiunge l’alimento dalla parte esterna a quella più interna, nel microonde la vibrazione interessa soprattutto le particelle di acqua e grassi dell’interno, e si propaga poi verso l’esterno e la superficie dell’alimento.
  3. In cottura l’alimento di norma non supera i 100 °C: tale limite è determinato dalla temperatura massima raggiunta dall’acqua contenuta nell’alimento stesso. Quindi si ha una cottura più simile alla bollitura, al vapore o allo stufato. Per ottenere croccantezza e rosolamento sulla parte esterna del cibo, vengono aggiunti supplementi come ad esempio una serpentina elettrica per la funzione grill

 

USO, VANTAGGI, SVANTAGGI

Agendo con particolare efficacia sulla componente “acqua” dell’alimento, il  forno a microonde può  essere utilizzato per la fase di scongelamento (regolando la potenza sul 20-30% rispetto a quella massima) ma anche come valida alternativa ad altri tipi di cottura (bollitura, vapore, in umido).

Anzi, dal punto di vista nutrizionale, in molti casi è meglio cuocere gli alimenti col microonde che con i metodi classici. Ad esempio, questo vale per verdure e pesce: la possibilità di cucinare senz’acqua e in breve tempo, ne preserva meglio il valore nutrizionale ed il contenuto vitaminico. Il particolare il microonde preserva meglio la stabilità delle vitamine idrosolubili (C e B) e produce meno sostanze indesiderate, come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e ammine eterocicliche aromatiche (tipiche della cottura alla griglia).

Una cosa a cui fare attenzione è lo stato di conservazione degli alimenti che mettiamo in cottura: dato che non si raggiungono temperature elevatissime, si ha una minore garanzia di eliminazione di eventuali batteri o tossine già presenti. Tali microrganismi possono sopravvivere durante la cottura e possono quindi essere presenti nella pietanza pronta.  Ma questo riguarda la normale igiene ed attenzione che noi poniamo nel nostro piatto, giusto?

TRA NOI E LUI: UNA BUONA SCHERMATURA!

Dato che questo tipo di radiazione agisce su tessuti ricchi di acqua, è naturale chiedersi che effetto faccia al nostro organismo, anche se siamo FUORI dal forno.
Ebbene, dal suo brevetto nel primo dopoguerra , il microonde ha avuto una serie di messe a punto che lo rendono oggi uno strumento del tutto sicuro. In particolare la sua SCHERMATURA ci garantisce piena protezione, evitando esposizioni indesiderate, scottature o ustioni.

Le radiazioni, del resto vengono emesse anche dai telefoni cellulari.

Vari studi hanno indagato possibili correlazioni tra un’esposizione prolungata e diretta al cellulare e l’aumento del rischio tumorale. Per tutelare maggiormente la nostra salute, le istituzioni internazionali (come anche lo IARC) raccomandano oggi l’uso di viva voce o auricolari, per aumentare la distanza tra i cellulari e i tessuti umani, così da evitare la loro influenza sul riscaldamento locale della pelle.

Questo “contatto” non si pone con l’uso del microonde, basta che sia dotato di schermature conformi alle regolamentazione di legge e che sia utilizzato nel modo corretto.

QUALCHE CONCLUSIONE

Il microonde è un’idea degli anni ’40 ed ha trovato velocemente diffusione negli USA, sbarcando da noi in modo diffuso solo qualche decennio dopo.
La storia del microonde è quindi abbastanza lunga per averci permesso di monitorare i suoi effetti in un lasso ragionevole di tempo.

Ad oggi, anche le istituzioni specificamente mirate a valutarne i rischi (soprattutto a livello di modificazione genetica e sviluppo tumorale), l’hanno sdoganato.

Alcune raccomandazioni:

  1. acquistare un modello conforme alla regolamentazione.
    Avremo una schermatura efficace, che ci fornisce una protezione perfetta. Il forno non va manipolato, assemblato, non deve provenire da fonte poco affidabile o “essere aggiustato”
  2. utilizzarlo nel modo corretto.
    Valutando potenza, durata, disposizione del cibo nel piatto, i contenitori adatti (no metallo, ad esempio), facendo riferimento alle istruzioni fornite con l’acquisto: la modalità di cottura con microonde non è uguale a quella dei forni classici, sia nel funzionamento base che nella direzione di cottura. E questa differenza va conosciuto e rispettata
  3. utilizzare sempre alimenti di qualità
    Il cibo che prepariamo deve essere sano, integro, pulito e ben conservato: il microonde non può rimediare ai nostri errori e mancanza di attenzione.

Oggi in molte cucine moderne è previsto uno spazio per il microonde. Il primo modello prodotto a scopo commerciale era una specie di armadio di 2 metri e del peso di 300kg. Del resto sembra sia nato come “conseguenza imprevedibile” da studi per migliorare il funzionamento del radar durante la Seconda Guerra Mondiale. Si racconta che lo scioglimento casuale di una barretta di cioccolata durante gli studi abbia rivelato questa possibile applicazione.

Da allora la strada è stata lunga ed ha portato a realizzare un piccolo strumento, molto comodo e compatto, che può essere usato per darci una mano anche nella preparazione di piatti veloci e sani.

E, a quanto pare, anche del tutto sicuri, secondo gli organi competenti e le associazioni preposte a valutare con attenzione eventuali scelte sulla nostra Salute.


(*)
Non tutte le radiazioni sono capaci di interagire col DNA. Perché questo accada devono avere abbastanza energia per farlo. Radiazioni di questo effetto sono ad esempio i raggi X, gamma e anche ai raggi solari UV.
Si parla quindi di “radiazioni ionizzanti”, cioè in grado di rimuovere un elettrone da un atomo o una molecola, con pericolosi effetti sul nostro DNA.

https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/scaldare-cibo-col-forno-microonde-aumenta-rischio-cancro

https://www.altroconsumo.it/elettrodomestici/forni-a-microonde/consigli/forni-a-microonde-il-vero-e-il-falso

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