Affettati di pesce: buttiamoli a mare

L’industria alimentare sa molto bene che spesso la famiglia media ha poco tempo da dedicare alla cucina. Allora cerca di venirci incontro con prodotti pronti o semi lavorati, possibilmente gustosi e saporiti.

La pubblicità si dà da fare per presentarceli nella luce migliore, evidenziandone la praticità, la freschezza e la qualità.

Ma non sempre una bella copertina racchiude un buon alimento.

Prendiamo ad esempio gli affettati di mare. Visitando un sito tra i più rinomati, ne scopriamo la composizione. Il risultato non è lusinghiero.

Ingredienti : Polpa di pesce* (38%); acqua; fecole (di cui grano); olio di colza; bianco d’uovo reidratato; zucchero; sale; stabilizzanti : sorbitolo, polifosfati; aroma naturale : (crostacei, grano); colorante : estratto di paprika. Tracce di molluschi.

Da notare i parecchi aspetti negativi:

• pesce: solo 38 g su 100 di prodotto edibile
• secondo ingrediente “acqua”!
• presenza di grano (non adatto quindi in caso di celiachia o gluten-sensitivity)
• zucchero!
• sale
• polifosfati (per addensare il composto)

Quindi se pensiamo di mangiare questo alimento perchè “sano e fresco”… beh, non è proprio così. Dalla tabella nutrizionale, infatti, emerge una composizione che apporta una quantità ben limitata di proteine (intorno all’8%, molto meno del 20-24% di carne o pesce), carboidrati ed in particolare zucchero aggiunto, e parecchio sale, quasi 2 g , cioè circa la metà dell’assunzione massima raccomandata.

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C’è una nota positiva: rispetto ai classici affettati di carne (bresaola, prosciutto sotto, salame, ecc.) questi prodotti non sembrano contenere nitriti e nitrati (conservanti).

Però questo vantaggio non è sufficiente per farcelo inserire tra gli alimenti positivi o addiritura consigliati: meglio un carpaccio (di spada, salmone, tonno), una tartare, o semplicemente un filetto di pesce, o polpo, gamberi, calamari, frutti di mare, (freschi o surgelati) cotti nel modo più semplice e rapido possibile.