Caldo e potente: caffè, caffeina, effetti e controindicazioni

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Ci sono sostanze il cui effetto benefico/malefico è del tutto dose-dipendente: in quantità adeguata può risultare innocuo o addirittura darmi un vantaggio, in termini metabolici o nutritivi.
Ma se supero quella soglia, si manifestano degli effetti negativi, da moderati o pesanti, fino a diventare dei veri e propri veleni che intossicano. O creano dipendenza.

Ad esempio, la caffeina

E’ un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate. Spesso si sente parlare anche di guaranina e teina, che presentano molecole del tutto simili, chimicamente.

La caffeina è presente in foglie, semi e frutti di queste piante: la sua funzione è protettiva, dato che agisce come insetticida naturale, che induce tossicità ed effetto paralizzante nei confronti di insetti e altri nemici che aggrediscono la pianta.

Pianta di caffè
Pianta di caffè

La caffeina viene completamente assorbita nello stomaco e nel tratto iniziale dell’intestino nei primi 45 minuti dopo l’ingestione, quindi viene distribuita lungo tutto il corpo nei fluidi corporei.

Sull’uomo, gli effetti possono essere positivi entro la soglia dei 400 mg al giorno.
Con un’assunzione entro tale quantità, possiamo godere di un effetto stimolante sul sistema nervoso centrale, con miglioramento della capacità di concentrazione e maggiore acutezza sensoriale.

E’ quindi molto importante avere un’idea delle quantità assunte con l’alimentazione.

Contenuto medio di caffeina

  • 1 tazza di espresso: 80 mg
  • 1 lattina di energy drink  (250 ml): 80 mg
  • 1 tazzina deca: da 3 a 10 mg
  • 1 tazza di tè: 60 mg (variabile a seconda del tè e del tempo di infusione)
  • 1 tazza di caffè solubile: 57 mg
  • 1 lattina di Coca-Cola (330 ml): 35 mg

Quindi una tazza di caffè espresso apporta l’equivalente di una lattina di energy drink. I valori salgono ulteriormente nel caffè fatto con la classica moka di casa e la cosa può stupire!
Un’altra sorpresa può essere il contenuto di caffeina in un caffè “decaffeinato”: in letteratura ho trovato valori che oscillano da 2-3 mg fino a 10. Poco, naturalmente, molto meno di un caffè normale. Ma non certo ZERO, cosa di cui tener conto nella somministrazione ai ragazzi o a persone con specifiche sensibilità (difficoltà nel riposo notturno, sistemi sovraeccitati, ecc.)

Con tali riferimenti, vediamo che il valore di soglia si raggiunge con l’equivalente di 5 tazzine di caffè espresso. Un uso quotidiano di quantitativi maggiori porta alla condizione conosciuta come caffeinismo.

Nel caffeinismo, la dipendenza da caffeina si abbina ad un ampio spettro di spiacevoli effetti fisici e mentali: nervosismo, irritabilità, agitazione, insonnia, dolori gastrici o palpitazioni cardiache.

Addirittura si può arrivare all’overdose da caffeina: si tratta di uno stato di intossicazione, con sovrastimolazione del sistema nervoso centrale, fino ad arrivare ai  “tremori da caffeina”.
I sintomi di tale sovraccarico riproducono un quadro simile all’overdose dei farmaci stimolanti: agitazione, ansia, insonnia, vampate di calore al viso, aumento della minzione, disturbi gastrointestinali, contrazioni muscolari, perdita di coordinamento motorio e verbale, con flusso sconnesso di pensiero e di parola, irritabilità, battito cardiaco più rapido ed irregolare.
Non cose di poco conto!
In caso di overdose massiccia si può sconfinare addirittura in stato maniacale, depressione, disorientamento, allucinazioni o psicosi.

Insomma, molto meglio scansare tutto ciò.

Come fare?

  1. Non “sottovalutare”: il tè non è innocuo. Anche le bevande deteinate/decaffeinate non ne sono prive, ma semplicemente ne contengono una quantità minore. Effetti stimolanti sono indotti anche dall’assunzione di cacao, guaranà e ginseng: sono  valori più contenuti, ma non sempre trascurabili.
    Di questo si deve tener conto nella somministrazione a bambini, donne in gravidanza/allattamento, persone anziane, persone più sensibili, con difficoltà di rilassamento e di riposo notturno.
  2. Utilizzo di energy-drink e bibite “cola”? Per un gifter il problema non si pone, dato che queste bevande, essendo zuccherate, rientrano tra i cibi NO.
  3. Anche per il ginseng entra in gioco la questione “zuccheri” e la risposta è sempre quella legata al controllo glicemico.
  4. Caffè: gli amanti possono regolarsi su un consumo “ragionevole”, che rimanga entro le 5 tazzine al giorno.
    Un metodo per moderarne l’assunzione è evitare “le tazzine meno interessanti”. Ognuno farà le proprie scelte: ad esempio possiamo utilizzare un buon caffè a colazione per facilitare la partenza mattutina e quello dopo pranzo per aiutare la concentrazione nel pomeriggio. Ma magari evitare quello dopocena che interferisce maggiormente con il riposo.
    E valutare allo stesso modo la tazzina di metà mattina o pomeriggio.

Poco, ma buono, dunque, E per i veri amanti del caffè, rigorosamente non zuccherato, nè dolcificato.